Fisiopatologia della FA
La fibrillazione atriale è dovuta all’innesco di corto-circuiti multipli all’interno della camera atriale del cuore che viene eccitata ad elevatissima frequenza (500 – 600 impulsi/minuto) rendendolo totalmente inefficiente dal punto di vista contrattile. Gli impulsi atriali sono poi filtrati attraverso “un imbuto” elettrico che ne consente un limitato passaggio ai ventricoli (100 – 150 impulsi/minuto) permettendo al cuore di contrarsi in maniera efficiente pur se totalmente aritmica. Conseguenza della perdita della contrazione atriale, della riduzione del tempo di riempimento ventricolare e dell’elevata frequenza cardiaca è la riduzione della quantità di sangue circolante e l’aumento del lavoro cardiaco che a lungo andare può essere meno tollerato dal cuore che potrà iniziare a dilatarsi (tachimiopatia) provocando anche una insufficiente chiusura della valvola atrioventricolare. Parallelamente al potenziale danno emodinamico, la fibrillazione atriale può provocare la formazione di trombi nell’auricola (figura del trombo) (una piccola sacca che protende dall’atrio). L’immissione nel torrente circolatorio di frammenti del trombo (emboli) può provocare l’ostruzione di vasi cerebrali e la sofferenza temporanea (TIA) o permanente ictus di una regione cerebrale con conseguenze funzionali di entità variabile: da lievi e temporanee a disastrose e permanenti (figura cervello). L’inizio di una terapia anticoagulante, al momento dell’identificazione dell’aritmia, impedirà la formazione di trombi in auricola e consentirà la prevenzione dell’ictus cerebrale.
Come ci si accorge di avere una fibrillazione atriale?
Nella maggior parte dei casi la fibrillazione atriale provoca disturbi che sono immediatamente avvertiti dal paziente. Quest’ultimo potrà lamentare palpitazioni, facile affaticabilità, affanno per sforzi lievi o anche a riposo, ridotta capacità lavorativa, vertigini, dolore al petto o addirittura perdita di coscienza.
In circa un 25 – 30 % dei casi il paziente può essere totalmente asintomatico. In rapporto al tipo di fibrillazione atriale variano anche i sintomi. La palpitazione è infatti più frequente nella fabrillazione atriale parossistica (durante la quale di solito il cuore batte molto veloce) che non in quella permanente (nella quale la frequenza cardiaca viene ridotta dalla terapia farmacologica continuativa).